VIAREGGIO. “Una lotta di quasi 20 anni. Sì, quella che hanno combattuto cittadini riuniti in comitati ed associazioni contro un sistema – poi rivelatosi criminale – di gestione dei rifiuti in Versilia. L’avevamo detto e ripetuto centinaia di volte, in tutte le sedi istituzionali, nei convegni, nelle decine di conferenze stampa, in televisione e sui giornali, negli incontri privati con i vari amministratori: il sistema non funziona, fa acqua da tutte le parti.” Lo scrive in una nota la Rete Ambientale della Versilia.

“Fin dal 21 luglio 1999, data del primo esposto presentato al Ministero dell’ambiente, alla Procura di Lucca e alla Procura di Firenze, per i cittadini gli scenari erano palesi, danni incalcolabili all’ambiente, alla salute e al portafoglio. Era tutto scritto, limpido, cristallino. E così è stato.

“Tutto iniziò con 6 Sindaci che litigavano, arrivò la lunga mano della Regione a ‘risolvere’ un problema per crearne altri 100. Sono passati venti anni, leggiamo i giornali e, stupiti, ancora i sei sindaci litigano.

“Si è forse fermato il tempo? Tutto come all’inizio, la storia non insegna, i comuni che litigano, la Regione, per bocca del suo Presidente Rossi, ‘ci penserà ATO Costa’, e la Provincia che ‘sta con i frati e zappa l’orto’.
Vogliamo che coloro che prenderanno questa lettera in mano nel 2034, cioè tra 20 anni, sappiano che un quinto di secolo prima i cittadini riuniti in comitati e associazioni, che compongono la Rete Ambientale della Versilia, come novelli Nostradamus, avevano previsto che Ato Costa era un totale fallimento in proporzioni anche maggiori rispetto a ciò che è avvenuto in Versilia.

“Non occorre essere dei veggenti, è sufficiente saper leggere fatti, numeri e documenti. Noi crediamo in alcune cose semplici e inspirate al criterio di responsabilità. La Regione, prima responsabile di quanto accaduto, deve accollarsi le spese dei costi ambientali e sociali che un mal inteso senso di protagonismo ed il decisionismo da esso derivante hanno causato. La Regione deve curare la bonifica delle zone inquinate e, insieme ai Comuni, deve perseguire, a tutti i livelli, i responsabili dei danni ambientali, economici e alla salute che le gestioni scellerate degli impianti di smaltimento, da lei comunque imposti, hanno causato.

“I sindaci, per anni incapaci di contrastare i gestori degli impianti, devono smettere di litigare e, finalmente, accordarsi su come attuare le soluzioni già prospettate, a suo tempo, dalla Rete Ambientale della Versilia, e su come organizzare un’unica società consortile che si occupi per la Versilia tutta, delle buone pratiche, della raccolta differenziata e, finalmente, della sua valorizzazione.

“La Provincia, per quello che ormai conta, dopo anni di subalternità agli interessi della lobby ‘energetico-inceneritorista’, deve riscattarsi favorendo l’introduzione di pratiche ‘virtuose’ e accelerando sul tema delle concessioni autorizzative. La soluzione è a portata di mano, semplice, limpida e cristallina.”

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ultimo aggiornamento: 03-01-2014


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